martedì 3 settembre 2013

Pantheon: curiosità

Si dice che la pioggia non entri nel Pantheon.
Improbabile davvero questa credenza che riguarda il Pantheon. L’oculo che si trova sul soffitto è l’unica apertura che illumina l’interno dell’edificio ed ha un diametro di quasi 9 metri!
La credenza vuole che la pioggia, nonostante questa apertura, non entri mai nell’edificio. Ma nel Pantheon piove eccome! Tanto che sul pavimento sono visibili numerosi fori che permettono di far defluire l’acqua.
Probabilmente la leggenda è nata nell’antichità quando, si racconta, l’acqua piovana non riusciva a raggiungere il pavimento a causa del calore e dei fumi delle candele che illuminavano l’interno, che la facevano evaporare.

Parquet al Pantheon
Il Pantheon custodisce, tra le altre, le tombe dei due primi re d’Italia, Vittorio Emanuele II e Umberto I.
In passato, come segno di rispetto verso i Reali, il Comune di Roma avrebbe voluto che la chiesa fosse circondata dal silenzio e a questo scopo ingaggiò alcuni operai che dovevano far sì che il selciato di Piazza della Rotonda fosse sempre ricoperto con abbondante segatura: si sarebbero così attenuati i rumori prodotti dal passaggio dei carri e dei cavalli.
Questo uso fu mantenuto fino al 1906, anno in cui il Comune di Buenos Aires donò alla città di Roma il legno necessario a pavimentare tutta la piazza.
Gli emigranti argentini non solo regalarono a Roma il legno per la pavimentazione, il quebracho, ma si occuparono anche dell’installazione delle assi e della loro manutenzione (il legno doveva essere periodicamente spalmato di grasso per evitare che si sciupasse).
La copertura risultò assai più dignitosa e capace di mantenere il silenzio voluto vicino alle tombe dei Reali.
La manutenzione della piazza passò al comune di Roma nel 1931 e nel 1950 il legno fu rimosso pare a seguito delle lamentele dei cittadini per le frequenti cadute dovute al grasso spalmato sul pavimento in pendenza.

Orecchie d'asino
Il grande Bernini ebbe l'incarico di dotare il Pantheon di due campanili.
L'opera fu eseguita, ma non ebbe successo.
Non piacque, e il popolo romano, impietoso, soprannominò quei campanili le orecchie d'asino tanto sembravano brutti e inadeguati.
Questa definizione fu sfruttata dal Borromini per offendere il suo rivale. Raccontano infatti le cronache del tempo che, per rimarcare il fallimento, Borromini avrebbe fatto scolpire due orecchie d'asino sul palazzo davanti al quale abitava il grande Gian Lorenzo. (La risposta del Bernini non si fece attendere e fu ASSAI più volgare!!)
Non cercate le orecchie e la risposta... sono state rimosse da tempo! Come anche furono rimossi i campanili alla fine dell'Ottocento. 

La più grande cupola di Roma 
Michelangelo è tra i miei artisti preferiti. Si sa dalla sua biografia che non scendeva molto facilmente a compromessi con l’autorità.
Fu incaricato, tra l’altro, di progettare l’enorme cupola di San Pietro e lui, amante dell’architettura di Roma antica, propose al Papa di rifarsi proprio alla cupola del Pantheon per costruire questa. 
Ma il modello preferito da Michelangelo era aborrito dal Papa perché pagàno e così l’artista dovette rinunciare. 
…dovette rinunciare?? 
Ecco una curiosità che credo pochi conoscano. Quando Michelangelo morì, aveva solo completato la base della cupola di San Pietro. I lavori furono interrotti e quando furono ripresi, prima di procedere, si ripresero le misure della struttura al punto in cui Michelangelo l’aveva interrotta. 
Si scoprì così che il diametro della cupola di San Pietro era di 50 cm più piccolo di quello della cupola del Pantheon.
Al punto in cui erano giunti i lavori non c’era nulla da fare: bisognava andare avanti, finire la cupola sperando che la notizia di questo particolare imbarazzante non si diffondesse.
Così la cupola più grande di Roma rimane quella del Pantheon, mentre quella di San Pietro si deve accontentare del secondo posto. Sconosciuto tributo postumo di Michelangelo all’amata architettura classica. 

Come fu svuotato il Pantheon? 
Suggestiva costruzione quella del Pantheon e sbalorditiva per la sapienza costruttiva da cui nasce!
Meravigliosa è la cupola semisferica che ancora lascia interrogativi su come fu possibile costruirla!
Ma a Roma c'è una leggenda anche per questo. Si racconta che per costruire il Pantheon ci si servì di una "collinetta" che fungeva da impalcatura.
Via via che si procedeva con la costruzione, i vuoti venivano riempiti con della terra che sosteneva il tutto, finché fu possibile completare anche la cupola.
Alla fine dei lavori, non restò che portare fuori la terra.

E chi si occupò di questo compito così pesante? Il popolo di Roma di sua spontanea volontà!
Sì, perché la leggenda racconta che alla terra erano state mischiate delle monete e ogni cittadino che ne portava fuori un po' poteva tenere il denaro che essa conteneva. Si capisce allora come questo lungo e faticoso lavoro fu sbrigato davvero velocemente. 

Testo e foto (firmate) di Passeggiate per Roma