martedì 3 settembre 2013

Il Pantheon

La nascita del Pantheon è legata a Romolo, fondatore di Roma.
Secondo la tradizione, Romolo, alla sua morte, fu trasportato in cielo dal dio Marte. Nel punto dove ciò avvenne fu eretto un tumulo a memoria dell’avvenimento e in seguito Marco Agrippa fece edificare un tempio.
Era il 27 a.C. e nacque così quello che poi sarebbe stato il Pantheon.
Il tempio fu distrutto da un incendio e ricostruito dalle fondamenta nel 120. Fu Adriano che volle riedificarlo e fece collocare l’epigrafe che si riferiva al primo fondatore e che si legge ancora oggi: M. AGRIPPA L.F. COS. TERTIUM FECIT (Marco Agrippa, figlio di Lucio console per la terza volta, fece).
Il nuovo tempio fu dedicato agli dei (Pantheon) e la forma dell’aula interna fu quella della sfera, forma geometrica per eccellenza (il diametro della circonferenza di base e l'altezza sono uguali e pari a 43,30 m).
Sul soffitto del Pantheon l’oculus, di circa 9 metri di diametro, funzionava
come lo gnomone di una meridiana. La luce del Sole, entrando e proiettandosi sulle pareti, indicava la data dei solstizi e degli equinozi. Probabilmente in antico il raggio di luce che entrava, toccava i segni di un calendario posti sui lacunari.
Il movimento della luce che entra mantiene costantemente al buio l’attuale zona dell’altare maggiore, mentre a mezzogiorno la luce investe l’ingresso.
E’ nel 608 che il Pantheon si trasforma in chiesa. Fu donato dall’imperatore Foca a Bonifacio IV e consacrato prendendo il nome di Santa Maria ad Martyres. Grazie alla consacrazione questo antico edificio si poté salvare dalle devastazioni che colpirono altri monumenti antichi ed è giunto fino a noi in ottime condizioni.
Il portone di bronzo, ad es., è originario dell'età augustea. E’ il più grande  e integro delle porte antiche tuttora in uso a Roma.
Negli anni il Pantheon subì gravi danni soprattutto dalle piene del Tevere, in più gli vennero addossate molte costruzioni che rischiavano di comprometterne la stabilità e certo non aiutarono i due campanili eretti da Bernini per volontà di Urbano VIII.
Alessandro VII fece grandi lavori di ristrutturazione. Fece abbattere le case che erano state costruite a ridosso del monumento, abbassare il livello della piazza e rifare il selciato.
Allontanò i mercanti che stanziavano nel portico e fece mettere una cancellata per impedire che fosse di nuovo occupato dai venditori.
Ripristinato e riordinato l’assetto generale della piazza si pensò di dare un indirizzo più ordinato alle strade e fu il Bernini che ideò due strade tangenti all’edificio, a destra e a sinistra per ordinare il movimento intorno al Pantheon. In questo modo l’edificio sarebbe risultato isolato e sicuramente avrebbe accresciuto la sua importanza. Le strade grossomodo furono fatte, ma problemi con le esigenze dei canonici della vicina Basilica di Santa Maria sopra Minerva impedirono la piena realizzazione del progetto per il forzato restringimento della carreggiata che corre dalla parte di Piazza della Minerva. Alessandro VII aveva anche ideato la chiusura dell’oculus con l’applicazione di una lanterna formata da una grande vetrata, questo rimase solo un progetto di cui ci sono giunti alcuni disegni anonimi.
Le tombe dei re. Fu re Umberto I che decise la tumulazione di Vittorio
La tomba di Raffaello
Emanuele II
al Pantheon e così fu deciso anche da Vittorio Emanuele III per la sepoltura di Umberto e di Margherita di Savoia.
Perciò nel Pantheon si trovano queste regali tombe a cui prestano servizio d’onore le Guardie dell’Istituto Nazionale delle Guardie d’onore che ha sede poco lontano.
Il Pantheon fu parrocchia fino al 1824.
Anticamente durante la festa dell’Ascensione e dell’Assunzione, si svolgeva una sacra rappresentazione in cui venivano fatte salire, fino a scomparire nell’anello, le statue di Gesù e di Maria.
Un’altra festa era fatta in passato e viene ripetuta anche oggi: durante la Pentecoste petali di rose rosse piovono dall’alto all’interno della chiesa, ricordando la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.
La Cappella dei Virtuosi. La Congregazione dei Virtuosi che raccoglieva gli artisti, istituita dal canonico Desiderio da Segni, aveva qui la sua Cappella. Lungo la parete della chiesa si vedono ancora oggi le nicchie che ospitavano i busti dei Virtuosi. Oggi le nicchie sono vuote perché i busti furono fatti togliere da Pio VII per spostarli nei palazzi capitolini.
La tomba di Raffaello. Raffaello scelse questa chiesa come luogo della sua sepoltura. La Madonna che si trova sulla sua tomba, la Madonna del sasso, fu commissionata da Raffaello stesso a Lorenzo Lotti, detto Lorenzetto. Il distico che si trova sul sarcofago, dettato da Pietro Bembo, celebre umanista, recita: "Qui [giace] Raffaello, dal quale, vivo, la grande madre delle cose (la Natura) temette di essere vinta, e mentre egli moriva di morire anch’essa."
Foto del Pantheon 

Testo e foto di Passeggiate per Roma