Numerosi viaggiatori che in passato visitavano Roma, rimanevano stupiti e
affascinati dalle tante Ville che si trovavano in città. Molte di queste, anche se trasformate dagli avvenimenti dei secoli trascorsi, si possono ammirare ancora oggi. Anche noi possiamo apprezzarne le facciate maestose e passeggiare nei giardini o dentro le grandi stanze, immaginando le feste e lo sfarzo che esse hanno ospitato anticamente.
Villa Pamphilj |
La storia delle Ville comincia nell'antica Roma. I più importanti e ricchi cittadini romani vivevano in dimore circondate da estesi giardini, gli Horti. Grazie agli studi archeologici sappiamo che gli Horti di Cesare si trovavano a Trastevere, conosciamo quelli di Mecenate sull'Esquilino, di Nerone nella zona del Vaticano, sappiamo che gli Horti di Lucullo erano sul Pincio e che quelli magnifici di Sallustio erano nella zona del quartiere Ludovisi.
I giardini delle Ville dovettero dare molto da fare a chi li progettava, infatti il terreno non era mai pianeggiante e questo obbligò spesso gli architetti a creare dei parchi articolati su più livelli. Ma se i colli di Roma furono un ostacolo ai progetti, il clima mite della città permise invece di poter coltivare liberamente non solo piante mediterranee, ma anche specie esotiche, come la Palma africana e il Banano.
La storia delle Ville romane attraversò un periodo infelice nel Medioevo. Infatti il loro mantenimento richiedeva una grande ricchezza e il generale impoverimento di questo periodo, ebbe come conseguenza, tra l'altro, la rovina di molte sontuose Ville imperiali.
Con il Rinascimento torna il benessere generale, e allora, come nell'antichità, chi poteva disporre di grandi mezzi li ostentava nel lusso della sua Villa.
Si tornò a progettare magnifici giardini con ninfei, fontane monumentali, loggiati, sculture. E non solo, anche le specie botaniche erano coltivate e disposte secondo i criteri degli architetti.
Si diffuse l'Ars topiaria, la tecnica di tagliare siepi e arbusti in modo da disegnare forme particolari e spesso nei parchi ci si divertiva a creare il più originale di questi virtuosismi: il labirinto.
Oltre a chioschi e padiglioni si costruivano serre per piante rare e si realizzava quasi sempre il giardino segreto, uno spazio coltivato ad aiuole, riservato in esclusiva al padrone di casa.
Villa Borghese (da Google maps) |
Nel Settecento il modo di progettare i giardini cambia: si abbandonano le forme geometriche dell'arte topiaria per creare un giardino il cui aspetto sia, paradossalmente, il più vicino possibile alla natura spontanea.
Nasce il giardino all'inglese.
I ricchi proprietari delle Ville organizzavano feste sontuose nei loro giardini. Pochi tuttavia venivano meno a una consuetudine diffusa: aprire, in determinati giorni dell'anno, le loro proprietà a tutti i cittadini che così ne potevano godere.
Con il passare del tempo, però, Roma si è trovata a fare i conti con l'aumento della sua cittadinanza e, con l'enorme esigenza di aree edilizie, si è spesso dovuto sacrificare l'area verde che circondava le Ville, e non solo...
Molti viaggiatori stranieri del passato, tra cui Stendhal, parlano della magnifica Villa Ludovisi, considerata da molti la più bella della città. Oggi al suo posto sorge il quartiere omonimo e della Villa è rimasto solo il Casino dell'Aurora. Tuttavia, anche se non con la magnificenza dei tempi passati, sono ancora molte le bellezze che si possono osservare nelle Ville Romane, molte aperte al pubblico.