Storia della chiesa. Questa Basilica fu fatta erigere alla fine del V secolo per volere di Papa Simmaco su una preesistente chiesetta del IV secolo e fu poi ricostruita da Papa Onorio I nel 600.
Già nel V secolo il sepolcro di San Pancrazio era meta di pellegrinaggio, era molto frequentato ed infatti qui fu costruito anche un edificio termale (di cui però oggi non rimane traccia) a disposizione dei pellegrini.
Dal VII sec fu affidato ai monaci Benedettini che restaurarono e abbellirono la Basilica e dal 1662 fu sotto la cura dei Carmelitani scalzi.
Sia per l’invasione napoleonica (1798-99) che per le battaglie tra Francesi e Garibaldini del 1849, la Basilica subì gravissime devastazioni, questo perché si trovava in un punto strategicamente importante e in piena zona di combattimento. Il bivacco delle truppe francesi portò, ad esempio, alla distruzione dei marmi delle tombe dei Cardinali de Torres che si trovavano nella chiesa, usate dai soldati come capifuoco.
Lo spazio a disposizione dei Carmelitani che avevano in cura la basilica fu drasticamente ridotto nel 1873, in conseguenza della soppressione delle Corporazioni religiose, e così il complesso che era stato a disposizione dei frati fu usato come lazzaretto. La Basilica fu ristrutturata nel XVII sec dai Cardinali de Torres che la portarono all’aspetto attuale.
La storia del santo. Pancrazio nacque in Frigia da genitori di cittadinanza romana. Rimasto orfano andò a Roma con lo zio e dopo la morte dello zio, si convertì al Cristianesimo. Fu però scoperto, arrestato e condotto alla presenza del magistrato che gli impose di rinnegare la sua fede. Pancrazio, con grande coraggio nonostante l'età, era probabilmente quindicenne, rifiutò e fu decapitato. Durante la notte successiva al martirio una donna romana, Ottavilla, prese il corpo del santo e lo seppellì. Luogo di sepoltura furono appunto le catacombe sopra le quali oggi sorge la basilica.
Proprio per la forza con cui il giovanetto non rinnegò la sua fede, San Pancrazio è il patrono della gioventù e vendicatore degli spergiuri. In passato i neofiti venivano a rinnovare le promesse battesimali sulla tomba del martire ed era uso dei romani andare in questa Basilica per pronunciare giuramenti solenni sulla tomba del Santo, dato che si credeva che lo spergiuro sarebbe morto istantaneamente. Anche nel 1966 Paolo VI visitò la Basilica e rinnovò, secondo l’antico rito, le promesse battesimali.
Bellissimo è il soffitto ligneo a lacunari, del 1609, restaurato nel 1909, dove appare l’immagine di San Pancrazio e lo stemma dei Cardinali de Torres.Particolare è il festone sostenuto da putti, struttura in stucco che corre in alto sulle pareti, opera del ‘600.
Nel 1959 fu sostituita la decorazione dell’abside, che riportava angeli e decorazioni floreali, con l’attuale Cristo in trono e santi, e così il baldacchino ligneo fu sostituito con l’attuale marmoreo.
Nella piccola cappella di sinistra si trova il fonte battesimale, proveniente dalla Parrocchia di San Celso e Giuliano, dove fu battezzato Papa Pio XII (Eugenio Pacelli).
Nella sacrestia si trova un piccolo museo di materiale raccolto durante gli scavi delle catacombe di San Pancrazio. Sul Gianicolo si trovavano molte catacombe: questo colle era sfruttato come cava di materiale edilizio e i cunicoli scavati a questo scopo, alla fine dei lavori, venivano abbandonati. I cristiani trovavano così già pronte in questa zona luoghi adatti per le loro sepolture sotterranee.
A destra tra il terzo e il quarto pilastro si trova l’entrata alle catacombe, di fronte il busto-reliquario di San Pancrazio nel luogo del suo martirio.
Gli orari di apertura della basilica sono 09.00 - 12.00 16.00 - 19.00 nei giorni feriali e 8.00 - 13.00 16.30 - 20.00 nei festivi.
Le catacombe attualmente sono chiuse per lavori di restauro. Per visitarle ci si deve rivolgere alla Pontificia Commissione dell’Archeologia Sacra.
Testo e foto di Passeggiate per Roma