1632, studio Bernini. Il cardinale Scipione Borghese comincia a posare
per un busto. Bernini schizza il disegno del profilo del cardinale, poi,
pratica imparata dai Carracci, gli fa una "caricatura" forse per
aiutare se stesso a evidenziare i caratteri più marcati del viso.
Gli
impone di star fermo in una posa scelta? No, anzi lo invita a muoversi,
ad aggiustarsi sulla savonarola, a sistemarsi la mantellina, a girarsi e
addirittura gli offre del buon vino con cui brindare. Tutto mentre
Bernini guardandolo muoversi, afferra l’essenza da riportare nel
busto.
Il risultato … prodigioso!


Finalmente arriva il giorno tanto
atteso dal cardinale: può vedere il lavoro finito. E qui Bernini trova
il modo di divertirsi un po' alle spalle dell’amico e di trasformare la
presentazione del busto in un vero e proprio coup de théâtre, un
magistrale colpo di scena.
Il cardinale è portato davanti al busto
rovinato, la levigatura ha reso ancora più evidente il taglio sulla
fronte del busto, Bernini parla, loda l’opera come se nulla fosse e il
cardinale, possiamo immaginare quanto interdetto, per non deludere
l’amico, fa buon viso a cattivo gioco. La finzione dura un po', il
cardinale viene tenuto ancora sulle spine, finché Bernini ha pietà
dell’amico deluso e gli mostra il secondo busto, identico al primo ma
privo di quel brutto segno sotto la berretta.
Ecco perché chi visita la
Galleria Borghese trova in uno stesso salone due busti gemelli del
cardinale Borghese opera del Bernini (senza però che ne sia data spiegazione). E’ vietato fotografare all’interno della Galleria, ma in rete
ho trovato le foto dei due busti, quello rovinato ha lo sfondo blu.
Testo di Passeggiate per Roma