giovedì 30 maggio 2013

La targa degli storioni

Portico d'Ottavia
Oggi nel Tevere non si pescano più gli storioni, ma un tempo sì.
Per chi li pescava c'era una legge da rispettare: se il pesce catturato era più lungo di una misura stabilita, andava consegnato ai Conservatori.
Due iscrizioni ricordano quest'antica regola.
Una si trova sul muro del Portico d'Ottavia, nel posto dove anticamente si svolgeva il mercato del pesce. La scritta recita CAPITA PISCIUM HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS INCLUSIVE CONSERVATORIBUS DANTO (le teste dei pesci più lunghi di questa lapide fino alle prime pinne comprese devono essere date ai Conservatori).
La targa al Portico d'Ottavia
L’altra si trova nei Musei Capitolini, in particolare su una parete del Palazzo dei Conservatori. E' un’iscrizione che risale al 1581 e riporta la figura di uno storione come misura di riferimento oltre la quale il pesce andava consegnato.
Ma lo scopo di tanta preoccupazione qual era?
La targa al Museo dei Conservatori
Il pretesto era lo studio statistico della grandezza dei pesci del Tevere, ma il reale motivo era la buonissima zuppa che si ricavava dalla testa dello storione.
Gli antichi Romani ne erano ghiotti e si suppone che fosse un privilegio dei Conservatori poter avere le più grandi teste di storione per preparare la zuppa migliore. 
Altra testimonianza di quanto a Roma fosse apprezzato questo cibo ci è data dallo storico Paolo Giovio: una testa di storione eccezionalmente grande fu utilizzata come regalo "riciclato" varie volte, finché non arrivò sulla mensa della bellissima cortigiana Imperia.

Testo e foto (firmate) di Passeggiate per Roma