giovedì 6 giugno 2013

Perché si dice... i modi di dire nati a Roma

... a ufo?
Questo termine che significa gratis, senza pagare, anche se con una connotazione piuttosto negativa, è nato a Roma, durante i lavori di ristrutturazione della Basilica di San Pietro. La sua origine risale alla scritta che era impressa sulle casse che contenevano i materiali destinati a quei lavori, AUF. Questa sigla stava per Ad Usum Fabricae e indicava la destinazione del contenuto ai lavori di San Pietro e quindi la sua esenzione dal pagamento di ogni dazio.(La Fabbrica di San Pietro era ed è l'ente che si occupa delle opere edili ed artistiche della Basilica.)
Così auf, storpiato poi in a ufo ha acquistato il significato moderno.

... che un marito è cornuto?
Secondo il codice degli antichi Romani il marito tradito veniva ritenuto in parte responsabile del comportamento della moglie. Perciò veniva punito facendolo girare per Roma su un asino, scortato da soldati, con in testa un particolare cappello a forma di mezzaluna. Questo copricapo, molto somigliante a un paio di corna, indicava proprio la causa della punizione e sta probabilmente all'origine dell'epiteto usato ancora oggi per indicare i mariti traditi.

... fare il portoghese?
Fa' il portoghese (non me ne vogliano i Portoghesi!) si dice di qualcuno che non paga quello che deve, (prendere l'autobus senza fare il biglietto è viaggiare alla portoghese). 
Questo modo di dire nasce proprio a Roma.
Ecco il racconto. L'Ambasciata del Portogallo, nel XVIII secolo organizzò, in occasione di un importante festeggiamento, una recita al Teatro Argentina. Volendo che tutti i connazionali godessero dell'opportunità di assistere allo spettacolo, non furono mandati inviti, ma fu detto di presentarsi all'entrata dichiarando semplicemente di essere Portoghese. La voce si sparse ed il teatro fu riempito velocemente. In quell'occasione portoghese era chi entrava senza pagare e così il termine è rimasto assumendo il significato moderno.

... sei figlio dell'Oca Bianca?
Significa "Sei un privilegiato?".Questo detto, più comune, è una variante di quello che si riferisce alla "Gallina Bianca" e ha radici antichissime.
Si racconta che a Livia Drusilla, moglie di Augusto, mentre si trovava nel giardino della sua Villa di Prima Porta, successe una cosa molto singolare: un'aquila le lasciò cadere in grembo una gallina bianca con in bocca un ramo di alloro.
Interpellati gli Auguri, fu stabilito che la gallina sarebbe stata allevata e l'alloro sarebbe stato piantato in Campidoglio (da questo nacque un boschetto da cui veniva preso l'alloro per coronare i Cesari).
I figli della gallina bianca erano ritenuti sacri e non potevano essere uccisi, perciò erano veramente dei privilegiati.

... moneta per dire denaro?
Ecco perché il denaro si chiama anche "moneta".
Il Campidoglio è il colle dove furono costruiti due importanti templi: quello di Giove Capitolino e quello di Giunone Moneta, in corrispondenza dell'attuale Basilica di Santa Maria in Aracoeli. Moneta cioè ammonitrice era l'epiteto con cui veniva chiamata Giunone, per aver avvisato i Romani di un imminente terremoto.
Proprio in questo tempio ebbe sede la prima Zecca di Roma e così, dall'aggettivo della dea, nacque il nome che noi oggi diamo al denaro.

... ti hanno infinocchiato?
Questo termine, non molto elegante, indica che ci hanno raggirato, imbrogliato. Il modo di dire è legato a una storiella che riguarda proprio il finocchio, e un vignarolo disonesto. Si racconta che un oste inesperto si recò da un vignarolo per comprare del vino. Quest'ultimo aveva molto vino da vendere, ma tutto piuttosto scadente, così chiese all'oste se volesse qualcosa da mangiare mentre procedeva all'assaggio. L'oste, ignaro del trabocchetto, accettò l'offerta e il contadino gli fece portare dei finocchi.
Gli intenditori sanno che il sapore del finocchio, come quello del carciofo, rende migliore il vino che si assaggia e così accadde che il povero inesperto oste, ingannato dal sapore del finocchio, giudicò ottimo tutto il vino che gli veniva portato e ne comprò più di quello che prima aveva intenzione di acquistare.
Si accorse dell'imbroglio solo una volta tornato a casa quando assaggiò il vino senza più il sapore ingannatore dell'ortaggio.
Ecco da qui il significato: da quel povero oste che fu infinocchiato.

... farsi una pennichella?
Questo è il tipico sonnecchiare, fare un leggero ma piacevole sonnellino magari a metà giornata.
Il nome deriva da pendere (in romanesco pennere), perché è proprio questo che fa la testa, si piega pian piano lottando col sonno finché non cede alla pennichella.

... fare la cresta?
Fare la cresta significa rubare sulla spesa, grattare qualche soldo dalla cifra destinata a un certo acquisto.
E' un termine che trae la sua origine dall'uva.
Infatti, in passato, prima della vendemmia, qualche contadino disonesto usava sgraffignare un po' di uva acerba (agresta) per farne del mosto che vendeva poi per proprio conto. Tutto questo, logicamente, all'insaputa del proprietario della vigna che veniva così derubato di una certa quantità di uva.
Così dall'uva agresta, sottratta dal mucchio dell'uva destinata alla vendemmia, si è arrivati al modo di dire fare la cresta su un quantitativo di denaro destinato ad una certa spesa.

... burino o buzzurro?
Anticamente il termine burino non era offensivo, ma significava solo campagnolo. Questo termine nasce da buris, che era per i latini la parte posteriore dell'aratro, lo strumento principale di chi lavorava in campagna.
Il termine buzzurro invece, comincia ad essere usato quando la capitale d'Italia è trasferita da Firenze a Roma. I funzionari che si spostavano da Firenze verso Roma, furono ribattezzati dai romani buzzurri*, per indicare che erano nati fuori Roma. Poi questo termine ha preso il significato offensivo che, come si vede, all'inizio non aveva.
*(si chiamavano buzzurri, in Toscana, i venditori ambulanti di caldarroste)

...che alcune decorazioni sono delle grottesche?
Dopo l’incendio che devastò Roma nel 64 d.C., Nerone si fece costruire una nuova grandiosa residenza. Una delle meraviglie della Villa erano le pareti, rivestite d’oro e di pietre preziose, che le fecero guadagnare il nome di Domus Aurea.
Era talmente estesa da provocare la feroce critica del popolo e da far dire in una famosa satira "Roma è oramai una sola casa: migrate a Veio, o Quiriti, se questa casa non occuperà anche Veio".
Morto Nerone, la Villa fu dimenticata, venne interrata dall’incuria dei Romani che volevano dimenticare quell’imperatore crudele.
Nel Quattrocento alcuni artisti la riscoprirono calandosi dall’alto sui monti di terra e macerie che colmavano gli ambienti, scendendo nelle "grotte" che altro non erano che le antiche stanze dimenticate.
Gli artisti, tra cui Raffaello, il Perugino, il Ghirlandaio, stupefatti, alla luce delle torce copiavano le decorazioni delle volte e crearono così un nuovo genere, quello appunto delle grottesche. Le "visite" si interruppero nel XVII secolo per riprendere a metà Settecento con la riscoperta del monumento.
Spesso gli artisti che esploravano la Domus Aurea, lasciavano le loro firme, tracciate sulle pareti con nerofumo o grafite.

... fare un'ovazione?
Nell’antica Roma, ai generali vittoriosi che non avevano diritto al trionfo veniva tributata l’ovazione. Ritenuto un onore appena inferiore al trionfo, avveniva tra due ali di folla festanti, il generale procedeva a piedi, anziché sul carro trionfale, con il capo cinto da una corona di mirto.
Il termine ovazione deriverebbe proprio dal sacrificio che veniva fatto agli dèi, durante la cerimonia, di una pecora (in latino ovis).

continua...

Testo di Passeggiate per Roma