Chiamati Nasoni per il loro becco ricurvo da cui ininterrottamente esce acqua fresca a disposizione del viandante assetato, sono una delle caratteristiche di Roma.
I primi venti Nasoni sono apparsi a Roma nel 1874, installati a beneficio del popolo romano. Da allora il loro numero è cresciuto fino a raggiungere quasi le 2500 unità. Sono sparsi in tutta Roma dal centro ai quartieri periferici.
Inalterati nella loro forma dal prototipo iniziale furono modificati solo quando il getto d’acqua continuo fu additato come spreco e così furono dotati di rubinetto.
Ma la soluzione non funzionò, l’acqua ristagnante, complice il caldo, creava problemi igienici. E così fu riaperta la libera cascata rinfrescante.
Ma la soluzione non funzionò, l’acqua ristagnante, complice il caldo, creava problemi igienici. E così fu riaperta la libera cascata rinfrescante.
Tutti i romani, fin da piccoli, vengono istruiti al modo di bere da queste fontanelle: tappare con la mano il buco del "becco ricurvo" e bere l'acqua che verrà spruzzata dal forellino sulla gobba.
I Nasoni che si trovano girando per Roma hanno un’unica forma, si è detto, ma ne esistono comunque delle varianti in piccoli dettagli.
I più antichi portano tre teste di drago, i più rari recano la scritta "Acqua Marcia", poi ci sono quelli del Foro Italico con lo stemma del CONI e i Nasoni del periodo fascista con i fasci littori a rilievo.
Testo di Passeggiate per Roma