Ettore Roesler Franz è considerato uno dei migliori acquerellisti italiani di tutti i tempi.
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Porta Angelica |
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Ingresso di casa Castellani |
Ettore nacque a Roma l’11 maggio 1845, nella casa dove abitava la famiglia, al quarto piano di Via Condotti 85. I Roesler Franz, di origine tedesca, si erano trasferiti a Roma all’inizio del Settecento e avevano fondato a Roma il famoso Hotel d’Allemagne, tra Via Condotti e Piazza di Spagna. Imparentati con le più antiche famiglie aristocratiche di Roma sono citati in alcuni sonetti del Belli.
"La sincerità fa l’artista grande" era il motto che il pittore seguiva e che accoglieva all’ingresso chi entrava nel suo studio in Via Claudio 96.
A partire dal 1878 fino al 1896 Ettore Roesler Franz si dedicò a ritrarre Roma, quella Roma che stava scomparendo perché, nuova capitale d’Italia, veniva adeguata al suo ruolo con lavori di demolizione e ricostruzione. L’artista girava per i suoi vicoli con pennelli, cavalletto e macchina fotografica.
Padrone assoluto della tecnica dell’acquerello, l’aveva eletta come migliore per raffigurare velocemente le strade, le piazze, i vicoli che venivano rapidamente smantellati e quella Roma pittoresca che troppo celermente scompariva.
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Via della Lungaretta |
Gli acquerelli che ne derivarono furono raccolti sotto il nome di "Roma pittoresca. Memorie di un’era che passa", 120 opere che oggi testimoniano come appariva la città prima dello sventramento e della ricostruzione che la trasformarono. La collezione acquistò poi il nome, più adatto, di "Roma sparita".
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Via Rua (Portico d'Ottavia) |
Trastevere sconvolta tra l’altro della costruzione dei muraglioni, Villa Ludovisi il più bel giardino d’Europa sparito per far spazio al quartiere omonimo, il Ghetto, il Porto di Ripetta e quello di Ripa Grande… tutte zone segnate da una radicale trasformazione. Tutte zone che appaiono nelle pittoresche vedute di Roesler Franz.
Ma l’opera del pittore testimonia anche la vita che animava Roma in quegli anni. Spesso Ettore Roesler Franz proponeva figure e scenette che erano estranee alla veduta che dipingeva, ma le inseriva, avendole notate in altre situazioni, o grazie alle foto scattate o con l’aiuto di modelli che posavano nel suo studio.
Il Comune di Roma acquistò tutti i 120 acquerelli di "Roma sparita", ne manca solo uno, "smarrito" a Colonia, in Germania, durante una mostra itinerante nel 1966 e mai più recuperato. Gli acquerelli sono esposti parte nel Museo di Roma a palazzo Braschi e parte nel Museo di Roma a Trastevere. Il desiderio dell’artista che li compose era però quello di riunire tutti i dipinti in una grande sala, dove, grazie a una mappa della città di Roma, poter indicare le zone che aveva raffigurato e dare quindi l’idea di come era cambiata Roma.
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Via della Lungaretta |
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Via del Campanile |
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Corridoi di borgo |
Testo di Passeggiate per Roma