lunedì 29 aprile 2013

Cappella Sistina - Il Giudizio Universale

Le curiosità nascoste nel Giudizio Universale

Finita la Volta della Cappella Sistina, Michelangelo lasciò i pennelli per tornare a dedicarsi all’arte che più amava: la scultura.
Nel 1532, a distanza di 20 anni dalla fine dei lavori sulla volta, Clemente VII lo chiamò per affidargli l’incarico di dipingere la parete d’altare della Cappella Sistina. Clemente morì senza vedere neanche iniziati i lavori e a lui successe Paolo III.
A 60 anni passati, un’età in cui nel Cinquecento nella migliore dell’ipotesi ci si accontentava di godersi la vecchiaia, Michelangelo accettò l’incarico. Saliva e scendeva dall’impalcatura per dipingere questo capolavoro. L’opera fu iniziata dall’alto e terminata con
Il perimetro richiama le tavole della legge
le scene più in basso, l'ultima figura a essere dipinta fu quella di Minosse. 

Si tratta del più grande affresco mai realizzato da un solo pittore.
La parete prima dell’opera di Michelangelo era ricoperta da preziosi affreschi eseguiti nel Quattrocento dalla squadra di artisti capeggiata dal Botticelli. Al centro, tra due finestre, una scena dipinta dal Perugino raffigurava l’ascensione al cielo della Vergine.
Prima richiesta di Michelangelo fu di murare le due finestre e rimodellare totalmente la parete, in questo modo la scena del Giudizio Universale sarebbe apparsa maestosa e unitaria. Fu perciò costruito un muro a ridosso della parete, che era inclinato verso il basso di 30 cm, inclinazione che però fece in modo che il fumo delle candele e la polvere che si sollevava da terra sporcasse di più l’affresco.
Nel Giudizio Universale viene usato molto il colore blu, che è pressoché assente nella Volta. Motivo di ciò furono i diversi accordi tra Michelangelo e committente. Infatti per dipingere la Volta, Giulio II aveva imposto come condizione che la spesa dei colori usati fosse a carico di Michelangelo, e il blu, ottenuto dai lapislazzuli, era veramente molto costoso. Invece per la parete Paolo III, appartenente alla ricca famiglia Farnese, e la Chiesa, avrebbero coperto tutti i costi, anche quelli dei colori usati, così Michelangelo poté utilizzare quel bellissimo blu che vediamo nello sfondo del Giudizio Universale e che lo rende uno tra i più costosi affreschi della storia della pittura.
Gesù è al centro
Guardando il perimetro dell’affresco ci si accorge che questo disegna il profilo delle tavole della legge. 
Le figure salgono verso il Paradiso nella parte sinistra del dipinto e scendono verso l’Inferno nella parte destra dell’affresco.
In alto sono rappresentati gli strumenti della passione di Cristo: la croce, la corona di spine, la colonna della flagellazione, i dadi con cui le guardie tirarono a sorte le vesti e la spugna. 
Più in basso ci sono le anime dei giusti, in cerchio sopra Gesù e tra di loro senza dubbio anche alcuni ebrei, in particolare una figura indossa il cappello a due punte, imposto dalla Chiesa agli ebrei di sesso maschile, mentre un’altra porta un copricapo di colore giallo, colore che indicava, come si è già detto, chi era ebreo.
San Bartolomeo
Gesù è al centro della scena, raffigurato molto simile a una statua dell’antichità classica, senza barba e con il corpo decisamente muscoloso, lontano dalle immagine che siamo abituati a vedere nelle chiese.
A fianco di Gesù sono i santi patroni di Roma, San Pietro, a cui Michelangelo avrebbe dato il volto di Paolo III, e San Paolo. Intorno, i giusti e i santi raffigurati, come nell’iconografia tradizionale, ognuno con il simbolo del proprio martirio.
San Bartolomeo, a cui Michelangelo dà il volto di Pietro Aretino, tiene una pelle umana, svuotata del corpo, simbolo dell’atroce supplizio del santo che fu scorticato vivo. Secondo alcuni studiosi il viso della pelle che pende a fianco del santo sarebbe l’autoritratto di Michelangelo, e questo spiegherebbe anche perché l’immagine del viso della pelle è molto diversa da quella del santo che la tiene.
Il potere salvifico del Rosario
Le due parti del Giudizio Universale hanno caratteristiche diverse, si differenziano per le figure che vi sono ritratte: Il lato sinistro, dove prevalgono le donne, è quello femminile, il lato destro è quello maschile. Michelangelo comunque raffigura molte figure femminili e questo particolare, che a noi appare piuttosto insignificante è invece molto significativo se si pensa che nel Cinquecento i teologi discutevano ancora se le donne avessero o meno l’anima. Anche nel lato destro, quello dove predomina la presenza maschile, Michelangelo inserisce alcune figure femminili, mogli e madri degli eletti, a significare come la loro presenza a fianco degli uomini sia importante e salvifica.
Nella metà sinistra Michelangelo raffigurò le donne giuste, e Maria.
Il volto della Madonna non è pennellato come tutto il resto dell'affresco, ma è formato da un insieme di puntini colorati. Si può dire che questo di Michelangelo è il primo esempio di Puntinismo, uno stile che per la Storia dell’arte nasce solo alla fine dell’Ottocento, inventato a Parigi da Georges Seurat.
Gli Angeli chiamano i Dannati e i Beati
Nella parte bassa di questo lato i Beati si salvano, usando come corde che li issano verso il Paradiso i Rosari. Questa immagine commovente è chiaramente allusiva al potere salvifico della recita della preghiera alla Madonna.
Al centro alcuni angeli suonano le trombe che svegliano le anime e due di loro reggono i libri che contengono i nomi: il libro piccolo porta i nomi dei Beati, quello grande i nomi dei Dannati, a indicare come il numero dei Beati sia molto inferiore a quello dei Dannati.
La scala di Giacobbe. Nella Genesi è narrato che Giacobbe sognò la scala santa lungo la quale gli Angeli salgono e scendono, tra cielo e Terra. La scala è perciò legame tra cielo e terra, mondo umano e mondo divino. Secondo la Cabala la scala di Giacobbe è il centro dell’universo.
Così anche nell’affresco del Giudizio Universale, il centro esatto del dipinto fu messo da Michelangelo su una scala. Poco più in basso di Gesù si trova infatti San Lorenzo che porta la graticola, segno del suo martirio. A ben guardare però la graticola è il realtà una scala, appunto la scala di Giacobbe. Il piolo inferiore della scala è il centro esatto dell’affresco del Giudizio Universale.
Sulla destra dell’affresco, i dannati scendono fino alla barca di Caronte, i demoni li tirano e li trascinano verso la dannazione eterna. 
Minosse
La scala di Giacobbe
In un angolo Michelangelo ha collocato Minosse. E’ l’ultima figura che dipinse Michelangelo, fine della sua impegnativa impresa. Questo personaggio ha il volto di Biagio da Cesena, cerimoniere del Papa, che più volte aveva criticato l’opera di Michelangelo. L’artista si vendicò mettendolo qui, con un serpente che, attorcigliandosi intorno a lui, gli morde i genitali. A nulla valsero le proteste di Biagio. Si racconta che, andato dal Papa addirittura in lacrime, questi gli avrebbe detto: "Dio mi ha affidato le chiavi per governare il cielo e la terra, ma se vuoi essere tolto dall’inferno devi rivolgerti a Michelangelo!".
Il "braghettone". Il Concilio di Trento, nel 1563, decretò che nei luoghi sacri ogni dipinto dovesse avere il massimo decoro e questo impose anche la copertura delle nudità che aveva dipinto Michelangelo. Incaricato di applicare veli e perizomi alle figure del Giudizio Universale fu Daniele da Volterra che si guadagnò così il soprannome di "braghettone".
Molti altri segni sono nascosti nella Volta e nel Giudizio Universale. 
Ad esempio alcune lettere ebraiche, dal significato simbolico, vengono tracciate dalla posizione delle figure. 
Dovendo scegliere solo alcuni argomenti di cui parlare ho preferito dare spazio a quelli più evidenti e convincenti.
Alcune notizie sono tratte da "I segreti della Sistina. Il messaggio proibito di Michelangelo" Roy Doliner – Benjamin Blech, uno dei più bei libri che io abbia letto.

Testo di Passeggiate per Roma