lunedì 29 agosto 2016

La Ruota degli esposti

La Ruota degli esposti
Siamo davanti alla "Ruota degli esposti" dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia, a due passi da piazza San Pietro.
La storia di questa piccola costruzione risale al Medioevo quando l'estrema povertà costringeva spesso le madri ad abbandonare i propri neonati. Abbandonarli o - peggio ancora - ucciderli non avendo i mezzi per allevarli.
Commosso da tali eventi, Innocenzo III si occupò di trovare un rimedio a questa tristissima pratica. Fece costruire una struttura
per mezzo della quale le madri potevano - in modo del tutto anonimo - abbandonare i loro piccini e affidarli alle cure dell'ospedale.
Lo sportello che dava accesso alla ruota era dotato di una grata che permetteva di adagiare all'interno solo bimbi molto piccoli, neonati. Dopo aver posto il bimbo la madre suonava un campanello che avvisava le suore che si doveva girare la ruota e prendere il bambino. Il nuovo arrivato veniva avvolto in un drappo azzurro, consegnato alla Priora delle Balie e segnato su un piedino con una doppia croce. Da quel momento diventava “figlio della Casa” e cominciava la sua nuova vita.
La ruota si può vedere tuttora. E accanto si trova ancora una cassetta per le "elemosine per li poveri proietti nell’ospedale". 
Proietti, giacché facevano con questo movimento la loro entrata nell’edificio. Con questo termine nasce un noto cognome romano, come anche Esposito, che deriva dal termine "esposto".
Con la ruota e la pratica di ricevere i piccoli abbandonati nacque anche una nota parolaccia romana. I bambini venivano, al loro arrivo, registrati, e accanto al loro nome si leggeva sempre "figlio di m. ignota" perché la madre era evidentemente sempre ignota. Dalla storpiatura popolare di questo termine nacque poi una nota volgare offesa...

Foto e testo di Passeggiate per Roma