martedì 23 aprile 2013

Beatrice che commosse Roma

Ritratto di Beatrice in carcere (G.Reni 1599)
La storia di Beatrice Cenci è una delle più note e tristi di Roma.
Siamo alla fine del Cinquecento, Beatrice è la figlia diciottenne del ricchissimo conte Francesco Cenci, la cui ricchezza è pari alla tirchieria e alla grettezza d’animo. Il conte ha avuto 12 figli, di cui solo 6 sono sopravvissuti. È un padre padrone violento oltre misura. Dei suoi sfoghi sono vittime oltre ai figli, la moglie e la servitù, e le grida dalla casa riecheggiano in tutta la via.
La soluzione è una sola: fuggire da quella casa violenta. Ci riescono quasi tutti i figli, rimangono solo Bernardo, il più piccolo, e la bellissima Beatrice, che confessa si mariterebbe col diavolo in persona pur di togliersi da lì, ma a quel tempo il matrimonio porta la spesa della dote per il padre della sposa e Francesco non è proprio disposto a tanto. Già il matrimonio dell’altra figlia l'ha fatto infuriare perché ha dovuto sborsare una dote, figuriamoci se ha intenzione di ripetere l’esperienza!
Francesco Cenci è disprezzato e detestato anche dall’aristocrazia, è un uomo vizioso e brutale, violento, e ripetutamente causa di scandalo. Arrestato, è condannato prima al rogo e poi al carcere, ma essendo molto ricco può pagare per la vita e la libertà. Gli scandali si ripetono e Francesco decide, invece di pagare le cauzioni, di trasferirsi in un castello a Petrella Salto, nel Cicolano e costringe la moglie, Beatrice, Bernardo e due cameriere a seguirlo.
Beatrice Cenci ritratta in carcere da Guido Reni. (A.Leonardi 1852)

La solitudine del castello acuisce la violenza del conte finché Beatrice decide di liberarsi del padre. 
Insieme alla matrigna e a due uomini che le aiutano, Beatrice uccide il conte e getta il suo corpo attraverso un’apertura del pavimento, nel tentativo di simulare un incidente.
Gli assassini, però, non sono abituati a simili fatti e agiscono maldestramente. Vengono scoperti e ha inizio il processo. Un processo che fa epoca. Tutta Roma si mobilita, commossa dalla tremenda vita che ha dovuto sostenere Beatrice. E tutti chiedono la grazia per questa giovane, in virtù di tutto quello che ha dovuto sopportare.
Si dice che Beatrice, divenuta ricchissima per l’eredità paterna, offra , in cambio della vita, di far ricostruire Ponte Rotto e di usare, per far questo, la calce ricavata dai gusci di uovo, la più pregiata e resistente.
Ma niente serve. 
Il Papa, Clemente VIII, decide che i privilegi dei ricchi non sono più accettabili. Che le colpe devono essere scontate dai ricchi come dai poveri. Che la punizione di questo omicidio dovrà essere d'esempio soprattutto per la nobiltà.
Tutti i congiurati trovano la morte, solo Bernardo, per la giovane età, sconterà il carcere a vita. Una folla enorme assiste commossa e indignata all’esecuzione della sentenza sulla Piazza di Ponte Sant’Angelo l’11 settembre 1599.
E i beni di Francesco? L’enorme ricchezza, tolta ai legittimi eredi, viene incamerata dallo Stato, cioè da chi lo rappresenta: il papa.
Giustizia è fatta. Giustizia è fatta?

Testo di Passeggiate per Roma